Immagine n°22

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Immagine n°21

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Immagine n°20

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Immagine n°19

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Tanning, Tragictable, 1970; Dalì

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Ernst max; Talling

G. scrive:

mi pare più femminile l’opera di destra, ma solo ad un primo sguardo, ma va
 da se che, nell’immagine di sinistra, si nota il fatto che non viene
 esaltata la bellezza del nudo femminile, ma una sorta di tragicità, io
 credo che non esista una differenza sostanziale o univoca tra artista
 maschio e artista femmina, ma credo che esista un differenza se
 consideriamo la sessualità dell’artista. nel quadro di destra, siamo di
 fronte ad un maschio etero sessuale, che esalta la natura animale ed
 ambigua della donna(o come lui la precepisce) mentre nel quadro di
 sinistra, siamo di fronte ad una pittrice etero, che non esalta, la
 sensualità o l’mbiguità animale, perché non è attratta sessualmente
 dalle donne, ed io che sono un maschio etero, trovo più sedicente la

visione del pittore maschio etero.

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kate kollowitz; Otto Dix


C.scrive:

1)Penso che l’immagine a colori sia di un maschio.
La figura femminile in bianco e nero mi sembra meglio esprimere la sensibilità  di una donna nella situazione                             illustrata dalle    immagini.

2)La condizione di preda, l’immagine del maschio risulta infatti agressiva, minacciosa, mentre la donna                                              è intrappolata.

3)Le due figure femminili sono entrambe dominate dalla presenza maschile,ma l’atteggimento delle due donne                                   è opposto: una condiscendente, l’altra cerca di sottrarsi

5)Quella in bianco e nero , è più misteriosa e intense, sinuosa nell’immagine e dinamica. Ma anche  l’immagine a colori               potrebbe essere di una donna: potrebbe essere letta come una parodia: il maschione incombente e la femmina compiacente.
 
 

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Hanna Hoch; Magritte, Lo stupro, 1934

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Cahun; Duchamp

1) La prima dev’essere
della donna,la seconda è un’ideazione di Duchamp.

non credo di poter
definire a priori (e che sia valida universalmente) una netta differenziazione
tra l’opera femminile e quella maschile, per tanto mi riferirò solo al caso in
questione (non ritengo che la seguente affermazione possa elevarsi ad archetipo
ed essere modo di giudizio generale per distinguere opere femminili da quelle
maschili): mi sembra che nella prima si possa rilevare una più studiata ricerca
formale, estetica (l’accentuazione del contrasto e la luminosità manipolata, quella
specie di incorniciatura ellitica, il vuoto scuro collocato nell’esatta metà
superiore). la seconda è più una ripresa canonica della posa ritrattistica, ma
penso che questa scelta semplicistica sia funzionale alla finalità dell’opera
di duchamp: ciò che conta è il messaggio, il contenuto, non un’idea estetizzante.

2), credo sia
l’androginia, la sensualità del confine labili tra maschile e femminile

3)la prima foto 
credo punti più su una soluzione formale, di compiacenza stilistica; la seconda
sul messaggio.

4) la non chiara
distinzione del personaggio ritratto tra maschile e femminile. Entrambe si
richiamano ad un ibrido. Credo che entrambe portino l’uomo a ricercare gli aspetti
femminili di sè.


 


 

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Meret Oppenheim, “My Nurse” (1936); Man Ray, Le violon d’Ingres, 1923

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